Maria Montessori una “costruttrice di pace”, di Rosa Jervolino Russo

La Montessori è stata una costruttrice di pace e nel suo cammino educativo ha sempre avuto come obiettivo quello di rafforzare i legami tra le persone e i popoli superando contraddizioni e contrasti spesso anche profondi e gravi. La sua vita si è svolta in Paesi lontani che ha sempre rispettato da vera “cittadina del mondo”. Le sue fotografie ce la presentano con gli amici che le sono stati vicini: italiani, olandesi o indiani. 


Tra le personalità che hanno svolto un ruolo di primo piano nella cultura italiana, va certamente annoverata Maria Montessori. Gli anni nei quali ha vissuto sono stati duri e difficili soprattutto per il susseguirsi di eventi bellici di grave portata, basti pensare alla Prima e alla Seconda guerra mondiale e alla guerra di Spagna.

La Montessori è stata una costruttrice di pace e nel suo cammino educativo ha sempre avuto come obiettivo quello di rafforzare i legami tra le persone e i popoli superando contraddizioni e contrasti spesso anche profondi e gravi. La sua vita si è svolta in Paesi lontani che ha sempre rispettato da vera “cittadina del mondo”. Le sue fotografie ce la presentano con gli amici che le sono stati vicini: italiani, olandesi o indiani.

Fra i vari episodi che l’hanno vista protagonista, assume particolare importanza quello che accadde nella seduta pomeridiana della Camera dei Deputati del 3 maggio 1947. La Montessori è stata, ritengo, l’unica di fronte alla quale i Parlamentari si sono alzati in piedi.

Alcune affermazioni contenute nel saluto che le rivolse Maria Unterrichter Jervolino, Presidente Nazionale dell’Opera Montessori, ci dicono il perché di questo momento solenne. Le ricordiamo: “Onorevoli colleghi, in quest’ora in cui l’Italia tenta il suo massimo sforzo per tornare a vivere nella libertà e nella pace, torna fra noi Maria Montessori. Dal mondo nel quale ha portato una favilla del genio italiano, questa donna ritorna nella sua terra”.

“Anche il fascismo con un’abile speculazione riconobbe quale fosse la forza della Montessori, ambasciatrice di civiltà umana e italiana. Ma, come nella Germania di Hitler così nell’Italia schiava, un metodo educativo che aveva per base lo sviluppo armonico della personalità umana nella libertà non aveva senso ed anzi costituiva un focolare di infezione che conveniva energicamente sopprimere e di questo il fascismo si accorse presto. Maria Montessori prese la via dell’esilio e le sue opere, prive di respiro, lentamente morirono”.
“Il Governo di un’Italia libera la richiama oggi nel suo Paese perché aiuti nell’opera di rinnovamento della nostra gioventù e della nostra scuola”.

“Questa donna italiana è stata capace di polarizzare attorno a sé l’interesse del mondo con la sola forza di una vita spesa nel lavoro e nella ricerca in un campo come quello educativo”. “In questo sviluppo integrale dell’uomo essa fonda la sua indefessa opera per la pace del mondo”.

“A lei che, ricostruendo l’uomo nel bimbo, ha già attivamente concorso a creare una pietra angolare per la pace nel mondo, va anche il saluto della Costituente italiana dove, ridando alla nostra Patria un volto di vera democrazia, si riedifica per il nostro popolo una vita più umana e più buona”. Queste parole semplici e sentite sono state più che meritate dalla Montessori che, fino all’ultimo giorno della sua vita, si è impegnata perché la educazione alla libertà ed alla pace fosse una realtà dell’Italia democratica.

Rosa Jervolino Russo

 

  

03 settembre 2020