Sulle norme contro la violenza sessuale. Il discorso di Nilde Iotti alla Camera il 28 settembre 1995

“Le cronache di tutti i giorni ci dicono di violenze di ogni genere all’interno e fuori della famiglia, nella società, compiute da anziani su giovani e bambini, da figli contro i genitori, come se si stesse diffondendo uno spirito di rivolta, contro i sentimenti e i valori della persona umana. Quale cultura sta generandosi, forse anche per i nostri ritardi? ...”. Così Nilde Iotti, quasi trenta anni fa, in occasione della discussione alla Camera della riforma delle norme contro la violenza sessuale.


Camera dei Deputati, Seduta del 28 settembre 1995

Dopo un tormentato percorso durato circa vent’anni, la Camera discute e approva in prima lettura il progetto di legge C. 2576 e abbinati, sulla riforma delle norme contro la violenza sessuale, che si concluderà con l’approvazione della legge 15 febbraio 1996, n. 66.

Nella fase conclusiva del dibattito Nilde Iotti chiede che il testo della sua dichiarazione di voto sia pubblicato in calce al resoconto della seduta. In essa si pronuncia in senso favorevole all’approvazione della legge, apprezzando lo spirito di collaborazione, creatosi tra le donne di tutti i gruppi parlamentari, che ha permesso di superare le diversità e di trovare l’accordo su un testo che tiene conto in primo luogo dei diritti della persona. In particolare si sofferma sull’importanza del principio della querela di parte e sul gratuito patrocinio previsto per le vittime del reato.

Iotti.Mi si consenta, in apertura di questa dichiarazione di voto, di ritornare con la mente alla tormentata discussione che avvenne in quest’aula tanti anni fa senza giungere ad una conclusione. Allora due questioni intralciarono l’approvazione di una nuova legge sulla violenza sessuale: il passaggio da reato contro la morale ed il buon costume a reato contro la persona, e la questione della procedibilità di ufficio quando si fosse trattato di procedere nei confronti del coniuge della persona offesa; due posizioni estreme che mettevano, entrambe, in discussione il rispetto della personalità della donna. Così noi italiani, fieri di aver conquistato in cinquant’anni di battaglie anche fuori il Parlamento, la legislazione a tutela dei diritti delle donne più avanzata d’Europa, siamo rimasti ancora per quindici anni con una lacuna, questa, che ci poneva fra le società più arretrate nel mondo.

Nel frattempo per fortuna è avvenuto che le donne di tutti i gruppi parlamentari hanno trovato, sospinte anche dall’offesa che ognuna di noi sentiva nel permanere di quegli articoli del codice penale, 61 Nilde. Parole e scritti 1955-1998 uno spirito di collaborazione capace di superare tutte le diversità.

Oggi siamo giunti all’approvazione di una legge che si fonda sul principio della querela di parte, anche se irrevocabile e – fatto particolarmente rilevante – sul patrocinio gratuito, grazie alla disponibilità del Governo che si è impegnato per la costituzione di un fondo speciale per garantire appunto il gratuito patrocinio a quanti debbano sciaguratamente ricorrere alla magistratura perché vittime di un così vile reato. Ringraziamo il Governo per questa dimostrazione di sensibilità.

Vorrei ancora ricordare che le pene previste nel testo che stiamo per votare sono state diminuite rispetto alla prima stesura e correlate all’intensità della violenza usata e non alla qualità dell’atto sessuale compiuto (indagini che rappresentavano un’ulteriore tortura per la vittima).

La legge è dunque una legge nuova che tiene conto dei diritti della persona e cerca di impedire, nei limiti del possibile, una delle manifestazioni più rivoltanti della violenza umana. Ce n’è bisogno ed urgenza.

Le cronache di tutti i giorni ci dicono di violenze di ogni genere all’interno e fuori della famiglia, nella società, compiute da anziani su giovani e bambini, da figli contro i genitori, come se si stesse diffondendo uno spirito di rivolta, contro i sentimenti e i valori della persona umana.

Quale cultura sta generandosi, forse anche per i nostri ritardi? È con inquietudine che mi pongo queste domande. Affrettiamoci a dare questo voto, forse riusciremo a porre un freno a quanto di negativo sta sorgendo nella cultura e nella società di oggi.

Tratto da volume: Nilde. Parole e scritti 1955-1998

A cura del Comitato per la costituzione della Fondazione Nilde Iotti