C’è ancora domani, di Alessandra Tazza

Il film di Paola Cortellesi ci parla della vita difficile di Delia, una storia che si svolge a Roma nel 1946 alla vigilia del primo voto delle donne. Sembra un tempo lontano che appartiene alla nostra memoria invece in realtà ci troviamo di fronte ad un film moderno che fa riflettere sull’oggi.


Sono qui che cerco di mettere ordine nei tanti pensieri e nelle tante emozioni che il film di Paola Cortellesi mi ha regalato.

Come molti ho sentito il bisogno di invitare amici e familiari ( soprattutto i più giovani) ad andarlo a vedere. E già questo è segno che il film ha toccato corde profonde, mi ha fatto stare bene con me stessa e con il mio lavoro.
Prima, da giovane studentessa in cerca di cause, ho incontrato il femminismo degli anni settanta poi ho passato la mia vita professionale ed ora da volontaria della Fondazione Nilde Iotti, a lavorare per le donne: il riconoscimento dei diritti, la ricerca della piena realizzazione di sé, la capacità di condivisione e di attenzione verso l’altro.

Devo confessare che in questi ultimi anni è affiorata anche un po' di stanchezza; il tema delle donne sembrava a volte ripetere vecchie liturgie e quasi non cogliere più il suo significato profondo di autentico motore del cambiamento sociale.
Il film di Paola Cortellesi ci parla della vita difficile di Delia, una storia che si svolge a Roma nel 1946 alla vigilia del primo voto delle donne. Sembra un tempo lontano che appartiene alla nostra memoria invece in realtà ci troviamo di fronte ad un film moderno che fa riflettere sull’oggi.

Ci fa pensare che malgrado i tantissimi e positivi passi avanti, occorre ancora lavorare sulla questione della libertà femminile e sostenere un percorso di ricerca e crescita degli uomini verso l’accettazione di questa libertà. Ci fa pensare anche alle tantissime donne nel mondo sottomesse ad un potere patriarcale feroce e meschino, Afghanistan, Iran, ecc.
“C’è ancora domani” è anche un film popolare perché racconta la vita delle donne e degli uomini protagonisti in modo autentico, senza fronzoli e retorica intellettualistici e senza volgarità e cialtronaggine del populismo corrente.
E’ un film bello, completo nei suoi molti registri da quello drammatico a quello ironico, con soluzioni di regia innovative, con la bravura degli attori e con il sostegno di una bellissima colonna sonora.
E’ un film che ha saputo cogliere benissimo, come solo gli artisti sanno fare, ciò che accomuna l’esperienza di vita di donne di diversa estrazione sociale e cioè la necessità di “prendere la parola”.

E’ un film intenso che sta avendo un enorme successo su un tema, la condizione delle donne, che molti, quasi infastiditi, considerano oggi superato e invece non lo è.
E’ un film che parla a tutti, donne e uomini, giovani e meno giovani.
Al cinema vicino a me c’era una coppia di giovani. Alla fine lui è scattato in un applauso, lei piangeva , senza nascondersi, quasi con determinazione.
Si c’è ancora domani.

Alessandra Tazza