Rapporto Anci 2022 sui Minori Stranieri non accompagnati, di Vaifra Palanca

Alla fine del 2022 erano attivi 239 progetti, di cui 219 realizzati da Comuni di tutte le dimensioni, gli altri da altri Enti pubblici e privati (ex province, consorzi di comuni, ecc.), nell’ambito del Sistema Accoglienza e Integrazione (SAI) finanziato con fondi pubblici. A dicembre 2022 6.683 erano i posti disponibili e 8.085 i minori effettivamente accolti.

IL RAPPORTO.


Si segnala la pubblicazione del Rapporto Il sistema di accoglienza e integrazione (SAI) e i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), redatto da Cittalia (Fondazione dell’Anci) presentato lo scorso 3 maggio presso l’Anci alla presenza della Segretaria generale Veronica Nicotra, del Sindaco di Prato Matteo Biffoni, delegato all’immigrazione, del Prefetto Valerio Valenti, Capo dipartimento immigrazione del Ministero dell’Interno, della responsabile del Servizio centrale SAI Virginia Costa e di Carla Garlatti, Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza.

L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati si realizza attraverso una stretta collaborazione tra Governo centrale, amministrazioni locali, terzo settore e privati cittadini. Un Sistema appunto cui si è giunti per gradi, con aggiustamenti progressivi man mano che aumentava la conoscenza dell’entità e della delicatezza del fenomeno, delle capacità organizzative dei comuni e della consapevolezza di dovere e potere offrire dei percorsi di accoglienza incentrati sul territorio, integrati con il sistema di servizi e di assistenza previsti per quelle stesse fasce di età: strutture di accoglienza, istruzione, assistenza legale e sanitaria, avviamento al lavoro, creazione di relazioni sociali anche famigliari, attività sportive, ecc.

Tutto ciò è già una realtà. Alla fine del 2022 erano attivi 239 progetti, di cui 219 realizzati da Comuni di tutte le dimensioni, gli altri da altri Enti pubblici e privati (ex province, consorzi di comuni, ecc.), nell’ambito del Sistema Accoglienza e Integrazione (SAI) finanziato con fondi pubblici. A dicembre 2022 6.683 erano i posti disponibili e 8.085 i minori effettivamente accolti.

Il Rapporto evidenzia le caratteristiche del sistema, i pregi e tutti i possibili miglioramenti, individuati anche attraverso l’approfondimento di alcune esperienze realizzate nei comuni di Orvieto, Fano, Pachino e Bosco Chiesanuova. Due sono le richieste avanzate da Matteo Biffoni, condivise anche dagli altri rappresentanti delle istituzioni: la creazione di hub nei luoghi di arrivo per la prima accoglienza gestiti a livello nazionale e l’ampliamento dei posti di accoglienza per i percorsi di inserimento e formazione nel tessuto economico e sociale gestiti dai Comuni.

Il Rapporto però dice anche altro, soprattutto fa scoprire le persone che sono dietro la sigla MSNA. Sono minorenni arrivati prevalentemente sulle coste delle regioni del Sud, ma anche attraverso la rotta dei Balcani, insieme ad altri migranti, ma senza nessun adulto o famigliare che si prendesse cura di loro. I dati ci dicono tutto sulla loro provenienza, le peripezie dei viaggi e i loro bisogni. Arrivano in cerca di un futuro, di libertà, di diritti, oppure per mettere in salvo la propria vita, per aiutare le famiglie, poverissime, rimaste a casa. Veniamo a sapere che l’età media si aggira intorno ai 17 anni, un’età che li fa considerare minori dal nostro ordinamento, ma abbastanza adulti per le esperienze di vita maturate e le responsabilità che sentono di poter assumere verso loro stessi e i loro famigliari.

Tra loro, ci sono anche delle ragazze, il 3,7%, oltre 330, provenienti da Costa d’Avorio, Somalia, Guinea, Tunisia, Nigeria ed Eritrea. Numeri piccoli che denunciano una diversa situazione famigliare tra maschi e femmine nei paesi di origine, ma anche una maggiore situazione di fragilità e di rischio tratta per sfruttamento sessuale. Giovani soli, ma coraggiosi, che hanno affrontato separazioni, torture, fame, ricatti, inganni e che, per questo, richiedono attenzioni particolari da parte degli operatori appositamente qualificati che devono accompagnare ciascuno di loro in un percorso individualizzato di cura delle ferite fisiche e psicologiche, creazione di competenze, ricostruzione della fiducia in se stessi e nella società.

Alcuni comuni oltre a programmi FAI per MSNA hanno anche programmi per adulti attraverso i quali riescono a garantire a questi giovani una continuità di accoglienza, di relazioni sociali e di rapporto con il territorio, oltre il compimento dei 18 anni, che, nonostante vari paracadute, è la vera scadenza che rischia di respingere molti nell’illegalità. Nel 2021 sono passati alla maggiore età oltre il 50% dei minori accolti, il 35% sono passati nei centri per adulti.
Dal Rapporto, molto documentato anche sulla normativa, emerge un quadro dettagliato della rete dell’Italia della

Convivenza (argomento approfondito in una recente conferenza della Fondazione Nilde Iotti) che lavora per garantire i diritti ai giovani migranti e per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di guardare a queste realtà con apertura mentale, solidarietà ed anche con un po’ di opportunismo. Dagli esempi analizzati in alcuni comuni risulta infatti che l’esperienza dell’accoglienza dei giovani stranieri ha richiesto è vero impegni straordinari da parte delle amministrazioni ma ha messo in moto processi di innovazione nei servizi pubblici, nel sistema di welfare, nel sistema economico e sociale a vantaggio di tutta la collettività.

Vaifra Palanca
 

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