«Ogni suo gesto ci ha fatto vedere la forza della fraternità che può sconfiggere guerre e povertà. Pace, clima, accoglienza: i temi su cui il papa ha insistito tanto sono parte integrante di un’agenda della sinistra. Dal suo successore mi attendo continuità»
Livia Turco, una vita a sinistra. Più volte parlamentare, già ministra per la Solidarietà sociale (1996-201) e ministra della Salute (2006-2008), oggi fa parte della Direzione nazionale del PD. Nel suo percorso politico una costante è stata l’attenzione verso il cattolicesimo democratico, nella sua molteplicità e ricchezza di espressioni sociali, culturali, politiche. Quel cattolicesimo inclusivo, solidale, che ha avuto in Papa Francesco un indimenticabile punto di riferimento. Anche per il futuro.
Quali sono stati i tratti più significativi del pontificato di Jorge Bergoglio e cosa lascia a chi è credente e anche ai tantissimi non credenti che hanno visto in lui un punto di riferimento ideale come pochi altri al mondo?
Il filo conduttore che unisce le Encicliche e le azioni di Papa Francesco è animato dalla volontà della testimonianza profonda, coinvolgente e convincente, in questo tempo disumano ed arido, del Messaggio Evangelico. In particolare, vi è nel suo pensiero e nella sua azione la ricerca costante di testimoniare il messaggio evangelico della Fraternità. Papa Francesco ha cercato un modo di annuncio del Vangelo che fosse capace di agire in profondità nel tempo presente, di scuoterlo dal suo torpore, di essere elaborato ed essere accolto dalle persone, di spronare le persone, i soggetti sociali e politici a trasformare il tempo presente e renderlo umano. E, lui ha affidato l’annuncio del Vangelo alla figura fraterna e misericordiosa del Buon Samaritano. Papa Francesco ha rilanciato la Fraternità come nuovo paradigma antropologico su cui ricostruire testi e leggi perché, come scrive nella Enciclica “Fratelli Tutti”( pagina 103)” La fraternità ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà ed alla eguaglianza” . Dopo più di 200 anni la Chiesa sfida il mondo culturale per colmare il significato di Fraternità che l’Illuminismo aveva prima introdotto e poi tradito. Fraternità può sconfiggere guerre, povertà, costruire relazioni positive tra le persone, avere cura dell’ambiente come parte della propria vita, sia producendo nuovi pensieri ma, soprattutto, con la forza della testimonianza e dell’esempio.
C’è altro?
Considero prezioso dell’operato di Papa Francesco la capacità di condivisione profonda dell’umanità delle persone. Ogni suo gesto ci ha fatto vedere la forza della fraternità e questo paradigma, la fraternità, ha orientato le sue Encicliche ed ha inciso nelle agende politiche del mondo. Le sue due Encicliche “Laudato si” del 2015 e “Fratelli tutti” nel 2020 hanno anticipato nelle agende mondiali della politica il tema dell’ambiente e quello del dialogo tra le religioni e gli stati. Nella esperienza biblica il paradigma della fraternità rimanda al” nascere accanto a un altro”, trasforma i soci in fratelli, fonda il mutuo aiuto, illumina la reciprocità, supera il significato di “fratellanza” retta da vincoli di sangue o etnici in cui si include il simile e si esclude il diverso.
Il Papa degli ultimi. Il Papa della discontinuità. Tante le definizioni di ciò che è stato Jorge Bergoglio. La sua?
Lo definirei il Papa della Radicalità Evangelica. Il Papa che continua a gridare pace anche se questa parola viene pronunciata dai più quasi sottovoce come se fosse tanto irrealistica da risultare sconveniente. Il Papa dell’ecologia integrale. Il Papa che denuncia l’economia che uccide. Il Papa che pone l’amore e la misericordia in cima a ogni ordine morale. Il Papa che chiede e testimonia costantemente nella sua azione, accoglienza e fraternità. Il Papa che invita a lottare per il lavoro. Il Papa che urla davanti agli immigrati morti in mare, alle moltiplicazioni delle povertà, all’umanità ridotta a scarto.
Da morto, tutti, o quasi, si sono inchinati davanti al feretro papale. Ma molti di costoro non avevano lesinato critiche in vita a Francesco: pacifista incallito, “filo-putiniano”, addirittura antisemite per aver espresso orrore e sdegno per il martirio di Gaza. Come la mettiamo?
Ciascuno dei potenti del mondo dovrà rendere conto della sua coerenza rispetto ad un popolo che dimostrato un legame profondo con il messaggio e l’insegnamento di Papa Francesco. Tanto più che Papa Bergoglio aveva fiducia nella politica, la riteneva essenziale per cambiare la società e proprio per questo ritenne sempre alto ed impegnativo compitò della politica medesima. “Pensando al futuro, in certi giorni, le domande devono essere “A che scopo?” “Dove sto andando realmente?”. Le domande forse dolorose saranno: Quanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Quale impronta ho lasciato nella vita della società? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? quanta pace sociale ho seminato? che cosa ho prodotto nel posto che mi è stato assegnato?”.
Si chiude con queste parole, con queste domande il capitolo Quinto dell’Enciclica” Fratelli tutti” che ha per titolo “La migliore politica”. Domande dolorose, un vero e proprio esame di coscienza, coerente con la visione della politica con la P maiuscola, che l’Enciclica contiene e che è propria di tutta l’azione e di tutto il pensiero del Papa.
Francesco è stato un leader globale, ascoltato dai popoli ma non dai grandi della Terra. Un profeta disarmato?
Papa Francesco è stato un “Profeta dell’animo”, il suo esempio e le sue parole sono state così potenti che continueranno ad incidere nella coscienza delle persone, il suo massaggio così necessario per uscire dai drammi del tempo presente che tutti dovranno continuare a misurarsi con esso.
Disarmo; una pace nella giustizia; lotta alle diseguaglianze; accoglienza e inclusione dei migranti; un impegno costante contro i cambiamenti climatici… Francesco ha molto insistito su questi punti. Sembra l’agenda di una sinistra che ritrovi se stessa…
Si, i temi su cui il Papa ha molto insistito sono parte integrante di una agenda della sinistra. Temi che in parte già sono stati adottati e che bisogna perseguire con grande determinazione. La sinistra deve combattere la “globalizzazione della indifferenza” verso la morte dei migranti in mare. Deve proporre a livello europeo una politica alternativa a quella dell’esternalizzazione delle frontiere. Purtroppo, ribadita dal recente Patto Europeo per le migrazioni, rispetto cui, va detto il voto del PD è stato contrario.
Quello dei migranti è uno dei temi che più è stato a cuore di Bergoglio. Il suo primo viaggio da pontefice fu a Lampedusa, alcuni dei suoi discorsi più potenti li fece a Lesbo. In difesa dei più indifesi: Papa Francesco ha usato parole forti contro l’Europa-fortezza. Ma in concreto, le forze politiche che si battono contro il securitarismo imperante, cosa sono chiamate a fare, in concreto, per essere all’altezza delle lezioni di Francesco?
Cambiare le norme sull’asilo, rendere conveniente e praticabile l’ingresso per lavoro, costruire corridoi umanitari, costruire una politica globale per lo sviluppo dei paesi terzi. Bisogna combattere il clima culturale di ostilità verso i migranti, combattere le discriminazioni per cui il tasso di povertà tra i migranti nel nostro paese è tre volte superiore a quello già elevato degli Italiani. Bisogna opporre alla società della Bianchezza la società della Convivenza che valorizzi la pluralità esistente nella società, promuova la cittadinanza attiva dei migranti, nuovi italiani, a partire dalla partecipazione ed il voto ai 5 referendum che insieme alla tutela della dignità del Lavoro prevedono la riduzione da 10 a 5 anni il tempo per l’acquisto della cittadinanza.
Un Papa polarizzatore. Un Papa degli ultimi. Bergoglio è stato anche un innovatore nella comunicazione.
Papa Francesco è stato un innovatore della comunicazione perché con la sua azione concreta, con il suo esempio ha reso evidente la potenza del prendersi Cura delle Persone. La sua è stata la comunicazione della CURA DELLA VITA. Di fronte alla potenza dell’atto gentile di prendersi cura delle persone, l’oscenità della immagine di Trump Papa comparsa in questi giorni non trova parole per essere commentata. Sarà travolta dal sentire comune dei milioni di persone per bene che vivono in questo mondo.
Cosa si augura dal nuovo pontefice?
Dal nuovo Papa che attendo mi aspetto garantisca la continuità con il Magistero di papa Bergoglio, con il suo stile di condivisione delle fatiche delle persone fragili.
Che si impegni fortemente per costruire la pace, insista sul valore della pace come bene prioritario, insista sul fatto che la pace è possibile, insista sulle politiche di disarmo e la lotta contro la povertà, per la difesa del clima, della nostra Terra, del nostro Creato. Un Papa che garantisca una Chiesa plurale, in dialogo con la società e dunque Sinodale in cui sono protagoniste le chiese Locali, i laici, le donne. Un aspetto che è stato fortemente innovativo e molto efficace dell’azione di Papa Bergoglio, che mi auguro sia proseguito dal suo successore, è la costruzione del dialogo tra le religioni. Questo ha significato unire i popoli, valorizzare le differenze, costruire ponti tra le varie parti del mondo, abbattere i muri, creare la pace ed anche trasmettere al mondo un sentimento di speranza.
Umberto De Giovannangeli