“Doctorammà”, recensione di Patrizia Manzoni

In "Doctorammà" la narrante ha saldamente in mano il timone della sua vita, attenta sempre all'importanza che ogni esperienza riveste per lei e perciò insieme a lei volentieri, e direi anche piacevolmente, percorriamo le sue strade, il suo cammino ora nel mondo ospedaliero, ora nel mondo esotico indiano degli anni settanta e ottanta...


Doctorammà, di Graziella Lussu, è la seconda parte di un'autobiografia non comune, perché non comune è la vita che l'autrice ci racconta in quelle fasi della sua vita nelle quali sviluppa grandi energie emotive ed intellettive, riuscendo a mantenere vivo l'interesse del lettore grazie agli avvenimenti e alle esperienze raccontati, ma anche grazie ad una prosa fluente, spontanea, incisiva ed efficace.

Per chi ha letto la prima parte dal titolo "L'armadio a muro" è evidente una svolta, un passo diverso. Lì il contesto familiare ha il ruolo di protagonista e costituisce il terreno di coltura e di cultura fondata su una fede viva e concreta nella quale la nostra autrice si forma e si nutre.

In "Doctorammà" la narrante ha saldamente in mano il timone della sua vita, attenta sempre all'importanza che ogni esperienza riveste per lei e perciò insieme a lei volentieri, e direi anche piacevolmente, percorriamo le sue strade, il suo cammino ora nel mondo ospedaliero, ora nel mondo esotico indiano degli anni settanta e ottanta, partecipi di situazioni e momenti difficili e delicati, nei quali occorre innanzitutto intelligenza e tatto, trascinati dal suo entusiasmo e dalla sua forza. Sono fatti svelati con sensibilità senza la contaminazione del giudizio che condanna, con l’atteggiamento della “carità che tutto scusa e tutto comprende”. Tutta la narrazione avviene in pagine che fioriscono meraviglia, e da queste stesse pagine esce un India che è disperazione ma anche sorriso e solidarietà.

Doctorammà è la storia di una donna medico e missionaria, una storia ordinaria che, nella fatica quotidiana del suo realizzarsi e nella ricerca costante di mantenersi in linea con i propri ideali, diventa straordinaria.

E’ la storia di una donna che pur appartenendo al passato sa andare oltre i confini del tempo, diventando più che mai moderna, grazie al suo sguardo lungimirante che diventa azione di liberazione e di emancipazione per le molte donne delle sterminate coltivazioni di thè e quelle delle baraccopoli della città di Bangalore.

E’ la storia di una donna di fede, che nella fede trova il coraggio e l’audacia di andare oltre gli schemi e le consuetudini sociali per affiancare le escluse della società e camminare insieme a loro.

Patrizia Manzoni
   

23 maggio 2020