La prima volta che ho incontrato Nilde Iotti, di Romana Bianchi

La prima volta virtuale e poi tante prime volte: la prima volta in cui ho votato una  donna Presidente della Camera, la prima volta di una donna autorevole che ci insegnava ad essere libere, la prima volta di una dirigente politica che ci manifestava consenso e dissenso, senza compiacimenti o scomuniche. 


La prima volta in cui ho incontrato Nilde Iotti? La prima volta fu sicuramente durante la campagna referendaria del 1974 per mantenere la legge che consentiva il divorzio. Fu un incontro, come si direbbe oggi, virtuale.

Tante giovani donne, come me, iscritte da pochi anni al PCI,erano impegnate con passione, a difendere il diritto al divorzio. Avevamo imparato che stare dalla parte delle donne significava poter affermare il diritto di scegliere, di affermare la propria libertà ed autonomia. E, insieme alle titubanze, chiamiamole così, del gruppo dirigente maschile, che temeva il voto, noi guardavamo con attenzione a quella donna, a quella deputata così importante, affascinante e determinata, che subito si era schierata per il no.

La posizione, così limpida di Nilde Iotti, dava forza a tutte noi sapevamo come attaccare, non solo difenderci quando qualche dirigente provinciale ci metteva in guardia dal nostro “vivace” coinvolgimento in quella campagna referendaria.
E da allora ho sempre incontrato Nilde Iotti nel nostro impegno per affermare i diritti delle donne. Guardava con attenzione,curiosità,talora diffidenza al nostro impegno. Ma c’era, c’era sempre con il suo sguardo attento ,severo,spesso ironico.

E c’era quando per la prima volta sono entrata in quel luogo solenne,così è per quelle della mia generazione, che è Palazzo Montecitorio.Ero spaventata, intimorita,incuriosita quel giorno di giugno quando Nilde Iotti, con Adriana Seroni,incontrò le “nuove”deputate elette nelle liste del PCI insieme alle compagne che erano già in Parlamento. Per me,ragazza di provincia, fu un incontro straordinario perché imparavo cosa erano impegno,rigore,autorevolezza e,insieme,imparavo che li si poteva ,e doveva,praticare sobrietà ,e non solo delle parole.

Immersa in un turbine di cambiamenti, profondi, ho anche imparato che gli stereotipi sulle donne impegnate in politica,tuttora ripetuti da alcune menti ‘illuminate’ dai più volgari pregiudizi, erano spazzati via da una donna che, con assoluta naturalezza, si ritoccava il rossetto,intanto che discuteva di politica europea,ad esempio.
Franca Chiaromonte
ha già scritto dell’attenzione di Nilde Iotti a come era vestita.

E questo è un tratto così peculiare del modo di essere e di rapportarsi con noi della nostra Presidente che ci ha aiutato, almeno ha aiutato me, a vivere quel luogo con tanto rispetto, con tanta serietà, ma anche con il gusto di un bel vestito, di un trucco speciale, che non era in contraddizione,anzi,con l’impegno politico.

La prima volta virtuale e poi tante prime volte: la prima volta in cui ho votato una  donna Presidente della Camera, la prima volta di una donna autorevole che ci insegnava ad essere libere, la prima volta di una dirigente politica che ci manifestava consenso e dissenso, senza compiacimenti o scomuniche.

La prima volta con il determinato ed autonomo impegno politico di una donna, Nilde Iotti che apprezzava un bel vestito e sapeva essere la protagonista di un serrato dibattito sulle riforme costituzionaliali ed istituzionali.
La prima volta con una ragazza di provincia, Nilde Iotti, eletta presidente della Camera.

Romana Bianchi
 

04 aprile 2020