Un nuovo modo di abitare per l'inclusione tra generazioni, di Grazia Labate

Fondamentalmente, ciò che mi auguro è un cambiamento nella concezione della pianificazione delle politiche urbanistiche, considerando le relazioni sociali come infrastrutture essenziali, così come facciamo con l'accessibilità o la sostenibilità. Progettando spazi che incoraggino il vicinato, possiamo prevenire le crisi sanitarie prima che si aggravino e costruire quartieri che durino per tutta la vita, dove nessuno si senta solo.

Pubblichiamo di seguito la presentazione della ricerca effettuata da Grazia Labate per l'Università di Bologna, Facoltà di Architettura ed Ingegneria sul tema, "Un nuovo modo di abitare per l'inclusione tra generazioni", illustrata.al Convegno : “Shared Housing for Intergenerational Living”, del 28/29 ottobre 2025 a Bologna (Facoltà di Ingegneria ed Architettura).

La popolazione europea sta invecchiando rapidamente.
Entro il 2050, il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni salirà a quasi 130 milioni, ma questi anni in più potrebbero non essere trascorsi in buona salute.
Allo stesso tempo, le malattie croniche sono in aumento e i sistemi socio-sanitari sono sotto pressione, con tempi di attesa più lunghi, carenza di personale e richieste crescenti di cure, spesso inevase o dilatate nel tempo.

Nuove ricerche pubbliche rivelano crescenti preoccupazioni in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.
Uno studio, basato sulle opinioni di oltre 60.600 intervistati , evidenzia che l'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità è ora tra le principali preoccupazioni pubbliche degli europei.
Lo studio ha esplorato la percezione pubblica dei sistemi sanitari in tutta Europa. I risultati delineano un quadro chiaro di crescente preoccupazione:

L'assistenza sanitaria è tra le principali preoccupazioni pubbliche in Europa : mentre l'inflazione (69%) e la stabilità economica (51%) rimangono preoccupazioni dominanti, l'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità (43%) è ora tra le prime cinque priorità su 16 opzioni .
 In Francia, è la seconda preoccupazione più urgente.
Dal punto di vista della percezione pubblica: i sistemi sanitari appaiono stagnanti o peggiorati. La maggior parte degli intervistati ritiene che i propri sistemi socio-sanitari siano peggiorati o siano rimasti invariati rispetto a prima della pandemia di COVID 19.

Il clima generale che circonda il futuro dell'assistenza socio-sanitaria è di frustrazione, preoccupazione e senso di impotenza, che aggravano un sentimento generale di pessimismo.
Allo stesso tempo, gli europei riconoscono la necessità di compromessi per migliorare l'assistenza sanitaria. Molti sono disposti a condividere i dati personali (49%) e ad adottare la digitalizzazione (49%) per aumentare l'efficienza. Anche le multe per appuntamenti mancati (47%) riscuotono un notevole sostegno, a dimostrazione di una maggiore sensibilità verso una maggiore responsabilità. Se poi si guarda alle priorità pubbliche per il miglioramento dell'assistenza sanitaria, gli intervistati danno priorità a problematiche quali:

Il 46% crede che la qualità dell'assistenza sanitaria sia rimasta la stessa; Il 41% pensa che sia peggiorata; il13% crede che sia migliorata. Questo sentimento è particolarmente forte nel Regno Unito, dove un numero cinque volte maggiore di intervistati ritiene che il proprio sistema sanitario sia peggiorato nel tempo.
1. Tempi di attesa più brevi per appuntamenti e trattamenti (62%)
2. Rilevazione e diagnosi precoce dei sintomi (51%)
3. Accesso ai migliori medici e specialisti (44%)
4. Accesso comodo al trattamento vicino a casa (42%)
5. Disponibilità dei trattamenti più recenti e dei progressi medici (40%)

Questi risultati evidenziano il riconoscimento da parte del pubblico dell'innovazione medica e tecnologica come elemento fondamentale per migliorare l'assistenza sanitaria , con la diagnosi precoce al secondo posto e l'accesso a trattamenti all'avanguardia al quinto. Dunque in ultima analisi il sondaggio rivela che molti europei sono aperti alla condivisione dei propri dati sanitari personali per migliorare l'assistenza sanitaria a patto che i sistemi socio- sanitari non facciano sentire i cittadini soli ed in qualche caso abbandonati e privi di cure e di assistenza,
Ciò segnala una significativa necessità ad adottare soluzioni innovative, soprattutto in un momento in cui le nostre società invecchiano e i sistemi sanitari sono sottoposti a una pressione crescente. Come innovatori, ricercatori e studiosi, è nostra responsabilità trasformare questa percezione, quandanche piena di consapevolezza, in progetti, facendo in modo che la longevità diventi un'opportunità condivisa, un modo nuovo di vivere, fare salute creare opportunità assistenziali che superino barriere e stereotipi di vita per approdare a modalità sociali, relazionali ed umane in cui l’anziano non aggiunga al peso degli anni solitudine o peggio non sia considerato un peso per la società.

Occorre un forte sostegno per maggiori investimenti nell'innovazione socio sanitaria, nella concezione dell’abitare, nel rapporto tra longevità e relazioni umane e sociali. I miglioramenti in campo sanitario hanno contribuito a un terzo della crescita economica nelle economie avanzate nel corso dell'ultimo secolo Ciò è in linea con la maggior parte degli intervistati, i quali ritengono che chi ha responsabilità politiche ed istituzionali, dovrebbe impegnarsi di più per dare priorità e investire in trattamenti innovativi , cure domiciliari, trattamenti di assistenza domiciliare integrata, dato l’avanzare della longevità con il suo carico di patologie croniche-degenerative.

Il messaggio dell'opinione pubblica è chiaro: investire nella buona longevità non è solo una questione di salute, ma una necessità per lo sviluppo economico e per la società in questo terzo millennio. Ogni dollaro investito nella salute genera rendimenti economici di 2-4 dollari . In alcuni casi, i guadagni di produttività compensano completamente i costi . Ora è il momento di agire: “trasformare la longevità in un'era di possibilità”. Perché la longevità non significa solo aggiungere anni alla vita, ma aggiungere vita a quegli anni.
In questa direzione si muovono le più recenti analisi sul tema della solitudine nell’invecchiamento, soprattutto nelle grandi città.

L'abitazione intergenerazionale in Europa è in crescita come risposta all'isolamento sociale, alle sfide di accessibilità economica e all'invecchiamento della popolazione, promossa da iniziative come i programmi di home sharing intergenerazionale, in cui i giovani forniscono assistenza ai proprietari di casa più anziani in cambio di un affitto a prezzi accessibili. I progetti di edilizia abitativa multigenerazionale, soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi, offrono alloggi sovvenzionati per studenti negli stessi condomini dei residenti più anziani, promuovendo mutuo aiuto e solidarietà reciproca.

Questi modelli promuovono la solidarietà intergenerazionale creando opportunità di collaborazione, assistenza ed esperienze condivise, combattendo così la solitudine e costruendo società più inclusive. Anche le esperienze di condivisione intergenerazionale della casa si muovono in questa direzione. In questi programmi, un proprietario o un inquilino anziano offre una stanza a una persona più giovane (spesso uno studente) in cambio di compagnia e aiuto nelle faccende domestiche, creando una vantaggiosa relazione reciproca.
Anche le esperienze dei Complessi residenziali multigenerazionali offrono diversi spunti di riflessione.
Si tratta di complessi residenziali appositamente costruiti per ospitare generazioni diverse. Gli studenti potrebbero beneficiare di riduzioni sull'affitto per contribuire all'assistenza o ad altre necessità dei residenti più anziani, favorendo così un clima di comunità.

Più in generale, questa modalità comprende varie forme di convivenza in cui persone di età diverse vivono insieme per sostenersi a vicenda, rispondendo sia alle esigenze di alloggi a prezzi accessibili che di compagnia.
Con l'invecchiamento della popolazione europea, molti anziani soffrono di solitudine, mentre al contrario i giovani possono spesso sentirsi isolati. La convivenza intergenerazionale offre una soluzione diretta per combattere questo fenomeno.
Quali sono i potenziali impatti economici previsti se si adottasse su larga scala la convivenza intergenerazionale in tutta l'UE? Sebbene non esista una metodologia comune utilizzata in tutta l'UE per valutare i potenziali benefici economici della convivenza intergenerazionale, i risparmi attesi attraverso la messa in comune di programmi sociali finanziati con fondi pubblici rivolti a diverse fasce d'età e le opportunità di creazione di posti di lavoro a livello locale sono stati utilizzati dai responsabili politici di diversi paesi dell'UE già da alcuni decenni per sostenere l'edilizia sociale e la pianificazione urbana intergenerazionale innovativa.

Sia i comuni urbani capoluogo che quelli di provincia o addirittura comuni rurali hanno sviluppato spazi abitativi intergenerazionali e multiculturali per attrarre nuovi residenti e rivitalizzare il centro città e le comunità. Più recentemente, al concetto di convivenza intergenerazionale è stata aggiunta una nuova dimensione per ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni locali e sull'ambiente. L'obiettivo di tali politiche pubbliche è ora quello di costruire spazi abitativi intergenerazionali sostenibili sia dal punto di vista sociale che ambientale, in linea con Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Progetti di questo tipo si trovano in paesi con solide politiche di edilizia sociale. In molti paesi dell'UE sono state sviluppate anche iniziative private senza scopo di lucro per creare spazi abitativi più adatti a gruppi specifici di varie età. Tali progetti si basano solitamente sulla responsabilizzazione dei gruppi target affinché si impegnino socialmente nella loro comunità locale e si sostengano a vicenda. Questi spazi abitativi collaborativi intergenerazionali spesso ospitano anziani, studenti, famiglie monoparentali e/o migranti che non riescono a trovare un alloggio a prezzi accessibili. Il loro modello economico non è quello di generare profitto, ma di raggiungere queste persone. Possono offrire spazi abitativi intergenerazionali a breve o lungo termine e aiutare i beneficiari ad accedere ai servizi sociali a cui hanno diritto, a trovare un lavoro/un percorso di formazione professionale o un asilo nido per i propri figli, ecc. Di solito, ci sono spazi e attività condivise organizzate per consentire agli inquilini di socializzare e sviluppare un senso di appartenenza a una comunità solidale.

Tali iniziative contribuiscono spesso a creare una forte coesione tra gli inquilini e le altre persone a rischio di esclusione sociale nel quartiere. Tali progetti sono più comuni nei paesi in cui le organizzazioni non profit svolgono un ruolo importante nel soddisfare i bisogni abitativi e sociali insoddisfatti a livello locale.

In Europa si possono anche trovare partenariati pubblico-privati incentrati sulla convivenza intergenerazionale sostenibile, che mirano ad affrontare la carenza di alloggi e la discriminazione di studenti, lavoratori con carriere interrotte, minoranze etniche, e anche a combattere l'isolamento e l'esclusione sociale tra gli anziani. Il loro modello economico si basa solitamente su una combinazione di risparmi sui servizi sociali per l'ente pubblico e di profitti per il partner privato attraverso l'approvvigionamento di servizi pubblici e/o entrate derivanti dall'affitto pagato dagli inquilini o da servizi aggiuntivi che questi ultimi forniscono agli inquilini.

Infine, in alcuni paesi europei, per soddisfare la domanda dei consumatori, organizzazioni private a scopo di lucro hanno investito in progetti immobiliari che creano spazi abitativi intergenerazionali, dove appartamenti con servizi sono costruiti accanto a condomini, progettati per persone di tutte le età e vicini a negozi, supermercati, bar e ristoranti, ecc. Questi progetti si rivolgono solitamente alle fasce più abbienti e non si concentrano sulla promozione della convivenza intergenerazionale in sé, come fanno i progetti pubblici e no-profit sopra menzionati.
Diverse fasce d'età vivono una accanto all'altra, ma non necessariamente interagiscono tra loro. Questi nuovi progetti immobiliari mirano ad attrarre persone che apprezzano la comodità di vivere vicino ai servizi di cui hanno bisogno per la loro vita quotidiana e a buoni trasporti pubblici. Tali progetti si trovano principalmente in aree urbane/suburbane ricche. Il loro modello di business è quello di realizzare profitti per servire i propri azionisti.

Questo esempio proviene dalla città di Helsinborg, in Svezia, dove l'azienda immobiliare di proprietà della città ha lanciato un progetto di spazi abitativi intergenerazionali a Fredriksdal: il progetto SällBo offre un nuovo approccio alla condivisione di alloggi tra diverse fasce d'età. Metà degli appartamenti è riservata ad anziani dai 65 anni in su, mentre il resto è aperto a giovani adulti dai 18 ai 25 anni, compresi coloro che hanno recentemente ottenuto un permesso di soggiorno in Svezia. L'obiettivo è promuovere l'integrazione e consentire l'incontro tra generazioni e culture.
Quindi la vita sociale è al centro del progetto SällBo.
In che modo la pianificazione urbana e la progettazione comunitaria possono svolgere un ruolo nel garantire che l'integrazione intergenerazionale diventi più diffusa?

Molte iniziative locali sull'integrazione intergenerazionale sono state avviate in Europa nei decenni precedenti, ma il loro impatto è stato limitato ad ambiti di competenza delle autorità locali. Affinché l'integrazione intergenerazionale sia diffusa in tutti i settori rilevanti, i decisori politici a livello nazionale ed europeo devono comprendere che hanno un ruolo cruciale da svolgere, garantendo che le politiche sostengano le autorità locali nel loro obiettivo di sviluppare una pianificazione urbana intergenerazionale e una progettazione comunitaria. Nel 2018, AGE Platform Europe ha iniziato a promuovere la metodologia "Città e comunità a misura di anziano" dell'OMS all'interno delle istituzioni dell'UE, promuovendo il concetto di "age-friendly", ovvero "amichevole per tutte le età", e aggiungendo la solidarietà intergenerazionale al concetto dell'OMS. Questo nuovo approccio si basa sul modello di coproduzione della pianificazione urbana locale e della progettazione comunitaria con i rappresentanti dei gruppi target: giovani e anziani, famiglie con bambini, gruppi di donne, associazioni di migranti, ecc. Coinvolge non solo gli stakeholder locali, ma anche quelli nazionali e l'UE.

Nel 2012, l' UE dichiaro’ l'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale .
Ciò dette un grande impulso ai programmi nazionali a sostegno delle iniziative delle comunità locali che miravano a ricreare il tessuto sociale tra generazioni e gruppi sociali.
Il progetto CALICO è un'iniziativa abitativa
intergenerazionale situata in una foresta a Bruxelles.
Ci sono esempi provenienti dai paesi dell'UE di iniziative, programmi o servizi abitativi intergenerazionali che hanno

ridotto con successo la solitudine e creato un maggiore senso di connessione tra diverse fasce
d'età?
Oggi in tutta l'UE sono numerosi i progetti sugli spazi abitativi intergenerazionali, avviati grazie a finanziamenti provenienti da programmi UE, nazionali o regionali mirati ad azioni innovative urbane o rurali.

Esempio di un progetto di edilizia abitativa intergenerazionale finanziato dall'UE:
il progetto di co-housing CALICO è stato lanciato nel 2021 in Belgio da Bruxelles-Logement (l'autorità locale responsabile delle politiche abitative), con il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Questo progetto abitativo è suddiviso in tre spazi abitativi: il primo è dedicato a nuove forme di convivenza intergenerazionale basate sulla solidarietà, dove inquilini giovani e anziani vivono insieme e si sostengono a vicenda. Il secondo spazio abitativo è dedicato a un gruppo di attiviste, urbaniste, architette, sociologhe e formatrici per la formazione continua, e mira ad aiutare le donne sole di tutte le età ad accedere a un alloggio adeguato. Il terzo spazio abitativo mira a facilitare l'accesso alla proprietà di una casa per le persone a basso reddito che hanno difficoltà a trovare un alloggio dignitoso a un prezzo accessibile.
Esempio di un programma nazionale a sostegno dell'edilizia abitativa intergenerazionale. Altro esempio già del
2016, quello del Ministero Federale Tedesco per la Famiglia, gli Anziani, le Donne e i Giovani che lanciò un programma per sostenere lo sviluppo di case multigenerazionali locali , dove i servizi sociali, rivolti a diversi gruppi di popolazione di varie età, potessero essere messi in comune e gli utenti potessero condividere spazi comuni per socializzare e interagire.

Nel 2020 , con finanziamenti dell'UE, il programma è stato ampliato per creare diverse centinaia di nuove case multigenerazionali. Oggi ci sono case multigenerazionali in quasi tutti i distretti e i comuni tedeschi. Questi spazi abitativi pubblici multigenerazionali sono adattati alle esigenze della popolazione locale e si basano sul nuovo concetto di coproduzione di soluzioni sociali, sviluppati per e con i gruppi target in un approccio inclusivo, un luogo per incontrarsi, scambiare e fare cose insieme. L'obiettivo è promuovere l'integrazione e consentire l'incontro tra generazioni e culture, per questo la vita sociale è al centro del progetto SällBo. Oltre al proprio appartamento, gli inquilini hanno accesso ad aree comuni sia interne che esterne, con ampi spazi per il tempo libero e la socializzazione tra inquilini di entrambe le fasce d'età.

Dunque guardando al futuro è impensabile immaginare un futuro in cui le diverse generazioni vivano in aree separate e non abbiano opportunità di socializzare con persone di età e culture diverse. Sebbene la necessità di alloggi accessibili e di spazi urbani aumenterà con l'invecchiamento della popolazione europea, non credo che lo sviluppo di spazi abitativi che segreghino le fasce d'età possa diventare la strada da seguire. La maggior parte delle persone anziane e dei gruppi più giovani desidera vivere in alloggi sicuri e accessibili, spazi abitativi intergenerazionali e strutture urbane in cui bambini piccoli, persone con problemi di mobilità, donne incinte, anziani e il resto della popolazione siano benvenuti!

Ciò che auspico sono Cohousing aperti, confortevoli, socializzanti, sicuri, con adeguate forme di assistenza sanitaria personalizzata, con strutture per il tempo libero e lo svago di gruppo.
Il 25 maggio è stato pubblicato "Horizon Europe Strategic Plan 2025-2027 analysis", uno studio preparatorio in vista della pubblicazione del prossimo Horizon Europe Strategic Plan 2025-2027 . L'analisi è il risultato di un processo di co-creazione tra i servizi interni della Commissione europea e gli Stati membri dell'UE. Servirà come base analitica comune per lo sviluppo del prossimo Piano Strategico di Orizzonte Europa e come supporto alla Commissione nella preparazione degli ultimi due anni del Programma Quadro di Ricerca e Innovazione (R&I) (2025-2027). Il documento analizza lo stato attuale della R&I nell'UE e valuta quali cambiamenti sarebbero necessari alla luce del primo Piano Strategico di Orizzonte Europa 2021-2024.

L'analisi esamina gli sviluppi rispetto alle future sfide globali e fornisce esempi del ruolo della R&I nell'affrontarle. Incorpora inoltre i risultati della recente consultazione pubblica sul futuro della R&I europea e altri dati raccolti attraverso il coinvolgimento di cittadini e stakeholder. Infine, l'analisi fornisce una panoramica delle attuali attività di R&I e individua le lacune esistenti utilizzando i dati di implementazione di Orizzonte Europa.

SALUTE: Per quanto riguarda la salute, in termini di tendenze, sfide e opportunità future, l'analisi sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha certamente aumentato la consapevolezza dei rischi individuali, sociali, economici e politici associati alle minacce per la salute.

Tra le principali sfide future, il rapporto evidenzia l'aumento simultaneo delle malattie non trasmissibili (dovuto all'invecchiamento demografico della generazione dei baby boomer) e le minacce per la salute associate ai microbi resistenti agli antibiotici. Altre tendenze ugualmente trattate nell'analisi sono le relazioni tra ecologia, salute ambientale e salute umana (OneHealth); la resilienza e la trasformazione digitale dei sistemi sanitari e assistenziali; l'uso dell'intelligenza artificiale nel settore medico; la salute mentale, la lotta alla solitudine e per l’invecchiamento attivo.

Un futuro con così tante minacce rappresenta un'importante sfida socio-economica per quanto riguarda l'orientamento appropriato delle risorse dei sistemi sanitari e sociali, al fine di garantire risultati equi e socialmente auspicabili. Infine, l'analisi dimostra che, grazie alle nuove minacce e alle crescenti possibilità mediche, le aspettative della società nei confronti dei sistemi sanitari e sociali stanno aumentando, sia in termini di efficacia che di velocità di innovazione e cambiamento. Infine, particolarmente interessante è l'analisi delle lacune nella ricerca individuate dalla Commissione, che indica quali potrebbero essere le prossime "destinazioni" all'interno del Cluster 1 di Horizon per il biennio 2025-2027.

È interessante notare che il partenariato è chiaramente menzionato in questo esercizio: ricerca e innovazione dovranno essere alla base dei sistemi socio-sanitari che a loro volta dovranno incardinarsi all’interno di nuove pianificazioni dei centri urbani e di nuove modalità dell’abitare. La longevità introduce il concetto di "vicinato": gli atti informali e quotidiani di sostegno reciproco all'interno di contesti di vita intergenerazionali. Queste interazioni sociali, dai pasti condivisi ai colloqui informali, possono mitigare i gravi rischi per la salute legati alla solitudine cronica, tra cui malnutrizione, malattie cardiache e declino cognitivo. L'edilizia abitativa comunitaria intergenerazionale è un intervento di sanità pubblica efficace ed economicamente vantaggioso, che può contribuire a ridurre la pressione sui servizi sanitari sovraccarichi, favorisce una solida infrastruttura sociale, riduce l'isolamento e migliora la resilienza in tutte le fasce d'età.

Fondamentalmente, ciò che mi auguro è un cambiamento nella concezione della pianificazione delle politiche urbanistiche, considerando le relazioni sociali come infrastrutture essenziali, così come facciamo con l'accessibilità o la sostenibilità.
Progettando spazi che incoraggino il vicinato, possiamo prevenire le crisi sanitarie prima che si aggravino e costruire quartieri che durino per tutta la vita, dove nessuno si senta solo.

Grazia Labate, ricercatrice senior in economia sanitaria York, U.K. 

28 ottobre 2025