Il 25 aprile l'On Antonella Incerti componente del CDA della Fondazione Iotti ha consegnato alla Presidente Dell'istituto Cervi una Targa per ricordare le Donne di Casa Cervi e tutte le donne della Resistenza.
Il 25 aprile 2025 a Casa Cervi, in occasione delle celebrazioni per l'80esimo della Liberazione, la Fondazione Nilde Iotti ha voluto testimoniare il legame con questo luogo simbolo della Resistenza al nazifascismo rendendo omaggio in particolare alle donne della famiglia Cervi, con una targa che le ricordasse con riconoscenza.
Ma chi erano queste donne della famiglia Cervi che ebbero un ruolo essenziale nella lotta al fascismo?
• Genoeffa Cocconi, la madre, era una donna forte, religiosa ma profondamente aperta, che aveva cresciuto i suoi figli con il valore della giustizia, della dignità e della libertà.
• Diomira Cervi, una delle sorelle, contribuiva alla gestione della casa e della fattoria.
• Libera Cervi, giovane moglie di Aldo Cervi, e le nuore degli altri fratelli, furono fondamentali nella vita quotidiana della famiglia, nella Resistenza e poi nel tramandarne la memoria.
Durante la Resistenza furono impegnate in diverse azioni come:
• Accoglienza e aiuto: nella “casa Cervi” si nascondevano partigiani, soldati sbandati, ebrei in fuga. Era un rifugio sicuro grazie al coraggio e alla discrezione delle donne.
• Sostegno logistico: Le donne cucinavano, curavano i feriti, preparavano vestiti e viveri da mandare ai partigiani nascosti sulle colline.
• Protezione e resistenza morale: anche sotto la minaccia costante dei rastrellamenti, le donne mantennero la casa aperta all’aiuto, sfidando la paura.
La tragedia del 28 dicembre 1943
Nel novembre 1943, i fratelli Cervi vennero arrestati dopo un rastrellamento fascista.
Furono imprigionati e fucilati senza processo il 28 dicembre 1943 al poligono di tiro di Reggio Emilia, come rappresaglia.
Genoeffa Cocconi, già provata nel fisico e nello spirito, sopravvisse alla strage, vivendo nell’immenso dolore della perdita dei suoi sette figli
Genoeffa morì il 14 novembre 1944, quasi un anno dopo la fucilazione dei suoi figli, senza riuscire a vedere la Liberazione dell’Italia, che avverrà solo nell’aprile 1945.
Morì consumata dal dolore, ma circondata dall’affetto delle figlie, delle nuore e dei nipoti.
Dopo la guerra, furono proprio le donne — in particolare Libera Cervi — a raccogliere l’eredità morale della famiglia:
• Educarono i figli dei fratelli caduti.
• Testimoniarono la storia della Resistenza contadina.
• Fondarono l’Istituto Alcide Cervi, che ancora oggi tiene viva la memoria della lotta antifascista.
Le donne della famiglia Cervi non furono solo 'madri' o 'mogli': furono resistenti loro stesse, protagoniste di un coraggio silenzioso, di una forza straordinaria nella tragedia.
29 aprile 2025