Il risultato del “nostro” lavoro, di Vanda Giuliano e Vaifra Palanca

La Fondazione Nilde Iotti attraverso la Conferenza sull’Italia della Convivenza ha l’ambizione di affermare la centralità del tema in una comunità plurale, come è ormai quella italiana, offrendo spunti di approfondimento su attori, politiche, strumenti.


Il 28 e il 29 aprile si terrà a Roma la Conferenza sull’Italia della Convivenza voluta dalla Fondazione Nilde Iotti, da Livia Turco che ne è la presidente, dal Comitato scientifico e da tutte noi che ci abbiamo creduto e ci siamo impegnate per circa due anni in un gruppo di lavoro appositamente istituito. Un tempo molto lungo, è vero, purtroppo imposto da eventi di portata mondiale, imprevedibili e indipendenti dalla nostra volontà. Prima la pandemia, poi la guerra, ci hanno costretto a rallentare i tempi, ma soprattutto a rivedere i termini delle nostre riflessioni, ad allargare lo sguardo oltre il nostro privato, oltre i nostri confini, avendo sempre in mente il tema della Convivenza.

Ora finalmente ci siamo. Siamo in grado di presentare il risultato del “nostro” lavoro. Nostro perché è il risultato di un gruppo formato da persone diverse che volontariamente hanno messo in comune conoscenze, esperienze, motivazione, militanza e tempo. Un risultato per noi importante per molte ragioni, ma soprattutto perché, nonostante le emergenze vere e quella cavalcata e strumentalizzata dell’immigrazione, abbiamo mantenuto fermo l’oggetto della nostra riflessione, cioè come vivere insieme, come possono convivere soggetti diversi per cultura, religione, colore della pelle, status economico, cittadinanza.

Un tema ritenuto poco spendibile politicamente anche perché poco ansiogeno, per noi invece attuale e fondamentale, perché impatta sulle vite di tutti noi, perché ci impegna e ci coinvolge tutti come semplici cittadini o come amministratori, intellettuali, politici con posizioni di responsabilità verso la collettività. La Convivenza dipende infatti da ciascuno di noi, italiani, nuovi italiani, stranieri, da come ci rapportiamo agli altri, dall’apertura mentale con cui guardiamo al mondo e alle vicende della vita, dalla disponibilità ad accettare gli altri, a rivedere la nostre convinzioni e mettere in discussioni le nostre certezze di fronte a situazioni e punti di vista diversi

Convivenza significa vivere-con, stare insieme, condividere valori fondamentali e una visione di futuro che garantisca a tutti di realizzarsi e avere una vita dignitosa in una società giusta, senza conflitti distruttivi, dove tutti hanno le stesse opportunità. Significa anche condividere le potenzialità che la molteplicità di culture, linguaggi, religioni offre alla realizzazione della propria identità e alla crescita del paese, ma anche i problemi che tutto ciò comporta, che vanno individuati ed affrontati con lucidità e con i tempi necessari.

La Convivenza nelle società moderne non è infatti la condizione naturale dell’esistenza, ma il risultato di un impegno continuativo, di un’assunzione esplicita di responsabilità da parte delle istituzioni, degli amministratori, di intellettuali e personaggi pubblici in grado di influenzare l’opinione pubblica e sconfiggere pregiudizi e false conoscenze che alimentano il sentimento di sospetto e di paura verso coloro che sono vissuti come “diversi”.

La Fondazione Nilde Iotti attraverso la Conferenza sull’Italia della Convivenza ha l’ambizione di affermare la centralità del tema in una comunità plurale, come è ormai quella italiana, offrendo spunti di approfondimento su attori, politiche, strumenti.

La convivenza è vista come il risultato dell’alleanza:
• alleanza tra donne, donne italiane e donne straniere, donne invisibili ma fondamentali per la vita delle loro famiglie e del nostro welfare e donne impegnate nel mondo del lavoro, donne che combattono le dittature e coinvolte dai conflitti e donne di paesi democratici, donne professioniste e giovani donne che si affacciano al mondo del lavoro;
• alleanza tra generazioni di donne e uomini delle prime ondate migratorie, ora parte integrante della società italiana e giovani che, ai conflitti generazionali propri dell’età, aggiungono il privilegio e la fatica di vivere tra mondi diversi, culture diverse che spesso piuttosto che essere un valore aggiunto, rappresentano un freno alla realizzazione della propria personalità plurale;
• alleanza tra religioni il cui messaggio universale, nel promuovere un mondo di pace e di fratellanza apre le porte alla

Convivenza, ma che a volte, inficiato da malintese tradizioni e da pregiudizi, oppongono ostacoli all’esercizio delle libertà fondamentali.

Convivenza è anche il risultato di politiche pubbliche volte a garantire a tutti i diritti fondamentali della persona e a tutti l’accesso ai servizi di base in una condizione di parità. Tra i molti temi che avremmo potuto trattare, abbiamo scelto di soffermare l’attenzione:
• sulle politiche dell’immigrazione e il riconoscimento dello status giuridico di immigrati e richiedenti asilo, presupposto base per poter dire di esistere, per poter parlare di uguaglianza e pari opportunità. In questo contesto è importante ricordare il diritto alla cittadinanza dei giovani figli di stranieri nati in Italia e del superamento dell’ormai desueto ius sanguinis;
• sul tema dell’istruzione poiché la scuola è un laboratorio culturale e sociale nel quale si pongono le basi per una società della Convivenza, perché è nella scuola che i bambini hanno il primo impatto con la società multiculturale e lì, bambini di condizioni diverse, lingue diverse, religioni diverse imparano a riconoscersi e rispettarsi.
• sulla governance del territorio come bene comune, su come l’organizzazione dello spazio, possa influenzare la convivenza tra persone che hanno culture, abitudini e condizioni sociali diverse. Molto è stato detto e fatto sulle città interculturali, sulla gestione degli spazi pubblici, sui modelli di partecipazione alla vita pubblica, sulla concezione dell’arte come specchio dell’identità di un popolo.

E’ stato invece meno approfondito, ma noi lo proponiamo, il tema, non meno importante, della convivenza delle persone che vivono in aree rurali, nelle campagne, isolate spazialmente e spesso in solitudine, sulla loro possibilità di sentirsi parte della collettività e di interagire con le istituzioni e gli altri cittadini. Ed infine è stato ritenuto utile allargare lo sguardo ad esperienze europee che su questi temi, dalla certezza del diritto, l’accesso paritario ai servizi, alla partecipazione anche politica possono esserci da esempio, in positivo e in negativo.

Su ciascuno di questi temi hanno accettato di portare il loro contributo intellettuali e ricercatori che li hanno studiati approfonditamente, amministratori che ogni giorno li devono affrontare, cittadini e associazioni di immigrati o di volontariato che ne vivono quotidianamente i vantaggi e le problematiche, con relazioni argomentate ed approfondite.

La Conferenza avrà infine una tavola rotonda tra alcuni sindaci, rappresentanti di importanti associazioni nazionali e di organizzazioni sindacali, delle più importanti comunità straniere presenti in Italia e del volontariato, oltre ad associazioni che hanno fatto esperienze di convivenza e partecipazione sul territorio, per un confronto costruttivo nell’individuazione delle migliori azioni, delle più efficaci strategie, delle politiche più pertinenti per favorire la Convivenza.

La Fondazione avanza una proposta, che verrà sottoposta alla discussione, cioè l’istituzione a livello locale, il più vicino ai cittadini, dei Tavoli della Convivenza ai quali amministratori, cittadini, immigrati partecipano, su un piano di parità per affrontare problemi e individuare soluzioni, per risolvere conflitti, per proporre iniziative che facilitino la conoscenza reciproca e il dialogo.

Riteniamo che questo sia solo l’inizio di un percorso che consideriamo lungo e non semplice sul quale la Fondazione intende continuare a lavorare nei limiti delle le proprie forze ma impegnando tutte le proprie potenzialità. La Fondazione seguirà l’istituzione dei Tavoli della Convivenza a livello locale partecipando ad approfondimenti, dibattiti di sensibilizzazione, elaborazione di proposte.

Ma ha anche un obiettivo politico: chiedere al Parlamento di affrontare con urgenza il tema del diritto di cittadinanza per chi nasce o vive in Italia sin dalla tenera età, oltre che il diritto di voto amministrativo per chi vive regolarmente da anni sul territorio italiano.

Vanda Giuliano e Vaifra Palanca

15 aprile 2023