“La saggezza del tempo”: in dialogo con Papa Francesco sulle grandi questioni della vita, recensione di Grazia Labate

In questo magnifico libro sono raccontate 250 storie diverse, età diverse, culture diverse, bellezze diverse, riunite sapientemente da Padre Spadaro in un’unica famiglia: l’umanità del nostro tempo.


In questo tempo difficile, di Pandemia e di guerra, la lettura di questo libro mi ha colpito moltissimo.

Il Papa dialogando con Padre Antonio Spadaro, rivive, con acuta sensibilità e profondità, storie di anziani e giovani nel mondo.

250 interviste sui temi più importanti che costituiscono le sfide del nostro tempo: lavoro, lotta, amore, morte, speranza, pace. 18 milioni di copie vendute in tutto il mondo, una splendida Docuserie apparsa su Netflix.

“Da un po’ di tempo porto nel cuore un pensiero”, confida testualmente Papa Francesco: “Sento che questo è ciò che il Signore vuole che io dica: che ci sia un’alleanza tra giovani e anziani”, che può riempire il “vuoto” dell’indifferenza e aiutare i giovani ad “affrontare il futuro”.

Per gli adulti i giovani sono come un puzzle. Per incastrare tutti i pezzi ci vuole tanta pazienza e passione, altrimenti si abbandona il gioco.
Per i giovani, gli adulti sono come Testi di autore; per penetrarli nel modo giusto bisogna innanzitutto conoscere il contesto e le circostanze in cui sono stati scritti, altrimenti si rischia di farne un’interpretazione errata.

Il richiamo del Papa è a superare l’indifferenza e a rivolgere uno sguardo di stima gli uni verso gli altri - i giovani verso gli anziani e viceversa -, al di là di pregiudizi e luoghi comuni.
Tutto ciò ha fatto opinione e indica, io credo, un reale segno dei tempi.

Ho l’impressione che negli ultimi tempi, si stia creando un’atmosfera di nuova intesa, insospettata, tra le generazioni. Ho constatato infatti che, di fronte a emergenze o a gravi crisi sociali, a minacce alla libertà ed alla pace, nascono nuove e feconde intese. L'economia in Europa dopo i 2 terribili anni pandemici stava ritrovando un clima di cooperazione per riprendersi, tanto da aspettarsi una forte crescita intorno al 4% e più. Si è prodotto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Next Generation EU, cheNews stava dando i suoi primi risultati, con gli investimenti previsti per gli Stati membri, per ripartire dopo l’emergenza Covid-19. Il più grande pacchetto di risorse per stimolare l’economia, mai finanziato dall’UE.

In questo contesto si è inserito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, lo strumento che ha tracciato gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare, grazie all’utilizzo dei fondi europei, per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia, rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa, capace di creare lavoro e sviluppo, salute per l’intera popolazione e soprattutto per gli anziani che hanno pagato un prezzo altissimo a Covid19. Gli over 65 in Italia sono 13,8 milioni, il 23% della popolazione.

Nel 2050 si stima che arriveranno a sfiorare i 20 milioni (34% della popolazione). Gli anziani non autosufficienti, cioè con disabilità fisiche o mentali che ne determinano la dipendenza da altre persone nella vita quotidiana, sono 2,9 milioni. Secondo le previsioni statistiche attuali, il numero di anziani non autosufficienti raddoppierà fino a quasi 5 milioni entro il 2030.

Questa è la realtà del nostro paese. Ma cosa sta accadendo in Europa e in Italia con le vicende geopolitiche e la follia della guerra scatenata dall’invasione della Russia sull’Ucraina? La crescita economica nel 2022 e nel prossimo anno sarà inevitabilmente raffreddata dall’aumento dei prezzi dell’energia, dalla conseguente inflazione, dalla diffusione del delle varianti Omicron, caratterizzate da un elevata diffusività infettiva, ma non da una elevata letalità, insidiose e resistenti soprattutto verso le persone senza copertura vaccinale e verso coloro che considerati fragili e con polipatologie, rischiano molto in termini vitali.

Ponendo l’attenzione alla sola Italia la crescita potrebbe rimanere intorno al 3, 4% e nel 2023 potremmo dover scendere al 2,3%. “L’inflazione – precisano da Bruxelles – è destinata a salire al 3,8% quest’anno, prima di scendere all’1,6% nel 2023″. “La pressione salariale – continua l’analisi europea – è destinata ad aumentare solo gradualmente, dato che la maggior parte dei contratti di lavoro nel settore manifatturiero sono stati recentemente rinnovati e la debolezza del mercato del lavoro continuerà a persistere, con gravi problemi di disoccupazione”.

Naturalmente anche i prezzi dell'energia sono aumentati ed aumenteranno ancor di più a causa delle necessitate sanzioni e della nostra dipendenza energetica inoltre vi è una compromissione delle catene di valore delle materie prime a partire dal grano: tutto questo genera incertezza, ha un effetto sui consumatori e sugli investitori, sull’intero sviluppo del paese.

Dunque occorre agire insieme a livello europeo, per limitare l'impatto di questa crisi. Nessuno si salva da solo.
Dobbiamo tutti lavorare per la pace, liberarci pian piano dalla dipendenza energetica, cooperando a livello europeo in modo che parli la ragione e tacciano le armi. Questa deve essere la voce unitaria dell’Europa a 27.

La violenza e la violazione dei diritti umani cresce, in molte parti del mondo, non possiamo arrenderci ad essa. La libertà va difesa con le unghie e con i denti, non possiamo non aver imparato dalla tragedia del secolo scorso.
Abbiamo fatto un’esperienza di dialogo nella mia facoltà, ad Economia, eravamo 174 tra studenti, professori e ricercatori.

È toccato a me guidare questa riunione di dialogo. In mezzo al dolore c’è una nuova speranza. Abbiamo tutti convenuto di mobilitarci, di far crescere gli strumenti di solidarietà, di promuovere iniziative e marce per la pace per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica in difesa dei valori di pace e libertà.Di attivare canali di solidarietà individuali e collettivi verso il popolo ucraino.

Manifestazioni pacifiche, hanno avuto un immediato successo, sono nate dal desiderio di dire qual cosa contro sovranismi, neoimperialismi, costruzione di muri e contro qualsiasi forma di violazione dei diritti. I ragazzi si mettono insieme attraverso i social, invitano gli altri e costruiscono un grande afflusso di popolo in solidarietà e per la libertà.
Adulti e giovani insieme contro la guerra.

Papa Francesco ama citare il passo del profeta Zaccaria, “Siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme ognuno con il bastone in mano, per la loro longevità” e i bambini “formicoleranno”.
È questo il segnale, quando un popolo si ritrova, giovani e anziani, questo è il segnale della promessa di un futuro. Da ciò deriva la speranza. Il futuro genera ansia, insicurezza, sfiducia, paura. Con la testimonianza degli anziani si può aiutare ad alzare lo sguardo verso l’orizzonte e verso l’alto. L’esercizio ad affrontare la vita insieme, condividendo le sfide e mirando insieme ad un grande ideale, questo porta a grandi risultati.

Il mondo unito è il sogno che abbiamo in comune per concorrere alla felicità.
All’interno di un dialogo vivo e libero tra le generazioni, la memoria del passato è linfa che può entrare in tessuti nuovi per generare nuova vita.

Ho trovato quanto sono ricchi gli spazi di condivisione; ho imparato che nascono cose incredibili, sfruttando le esperienze, le risorse degli adulti e le idee innovative dei giovani. "lavorare per un modello di economia alternativo a quello consumistico, che produce scarti", soprattutto per i tanti territori del Sud d’Italia carenti di lavoro o che sfruttano i lavoratori, essere tessitori di un'umanità solidale". In Italia, Paese sempre più “vecchio” con la sua media di 47 anni di età, c’è bisogno di un segno di speranza, contro la disoccupazione delle nuove generazioni. Il tasso di disoccupazione è al 9,0% nel complesso e al 26,8% tra i giovani. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni mantengono un tasso di inattività stabile intorno al 35,1%.

Confrontando il dato al dicembre 2021 con quello dell’anno precedente, si osserva un livello di occupazione più elevato dello 0,3%, con un piccolo aumento di 170mila occupati. Ma con le vicende in atto il rischio di una recessione è dietro l’angolo e la disoccupazione rischia di aumentare. "E' un problema di “dignità” dice Papa Bergoglio riferendosi alla mancanza di lavoro . La dignità della persona non viene dai soldi, non viene dalle cose che si hanno e si sanno, viene dal lavoro.

Il lavoro è una funzione di dignità. Qual è il nostro futuro? Ma, come possiamo fare figli se non abbiamo il lavoro?'. 'Io, donna, come posso fare i figli, se appena il capo ufficio vede la pancia mi caccia via, a tal punto che la pancia è diventata un problema, una vergogna?' Occorre reagire contro tutto ciò. I giovani devono poter sognare di fare i genitori, di fare figli.

E per questo, che il lavoro è dignità è garanzia per il futuro. Quattro i verbi che il Papa suggerisce ai giovani perché un futuro sia possibile, sia concreto: animare, abitare, appassionarsi, accompagnare.

"E' il momento di abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani", ha rimarcato. "Voi potete dare una mano affinché i problemi della gente entrino sempre più nel cuore delle comunità. E non abbiate paura di abitare anche i conflitti", ha continuato.

"A voi giovani non manca la creatività - non abbiate paura, vi incoraggio - ha proseguito - a lavorare per un modello di economia alternativo a quello consumistico, che produce scarti. La condivisione, la solidarietà, e la sostenibilità sono i pilastri su cui fondare un'economia diversa. E' un sogno che richiede audacia, infatti sono gli audaci a cambiare il mondo e a renderlo migliore".

Occorre amare i territori in cui viviamo, evitando la tentazione di non vedere e fuggire altrove", tenere in conto le povertà del nostro tempo: i giovani che non trovano lavoro, i cosiddetti Neet, quelli che soffrono la depressione, quelli demotivati, quelli stanchi della vita, quelli che hanno smesso di sognare un mondo nuovo. È triste, perché la vocazione di un giovane è sognare". La mancanza di lavoro ruba la dignità”, bisogna
“lottare per difenderlo”. Il lavoro “nero” è “schiavitù”, “sfruttamento delle persone”: parole forti come macigni quelle pronunciate dal Papa.

Cosa fa un giovane senza lavoro? Che futuro ha? Che strada di vita sceglie? Questa è una responsabilità non solo della città, non solo del Paese, ma del mondo, perché c'è un
sistema economico che scarta la gente, e adesso l’avvento impetuoso delle tecnologie, comprese quelle assistive, mette a rischio non solo il lavoro degli adulti, ma anche dei nativi digitali non altamente professionalizzati.
Tocca ai giovani governare i processi per non essere scartati, essere senza lavoro è grave, pregiudica ogni speranza di futuro”.

Il tema del lavoro è fondamentale per Papa Francesco. Egli lo affronta per primo,nel libro attraverso storie e volti di uomini e donne che ha incontrato in diverse parti del mondo.

”Incontrando gli anziani, li ascolto, ascolto i loro sogni che hanno alimentato le loro visioni per il futuro, perché i giovani non hanno ancora una storia e ascoltandoli si impara come si può fare la storia, che non è la stessa cosa che sopravvivere nella giungla della vita”.
Dialogo fra le generazioni, educazione e lavoro: sono le tre vie per “dare vita ad un patto sociale, senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente”.

Lo aveva spiegato il Papa, nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si è celebrata il 1° gennaio “Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale”. “c’è una ‘architettura’ della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un ‘artigianato’ della pace, che coinvolge ognuno di noi in prima persona”.

“Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico”: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”. “Tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo. “Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme”, spiega il Papa tornando su un tema a lui caro.

“Le grandi sfide sociali e i processi di pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano avanti la storia – i giovani e neanche della disponibilità di ognuno a fare spazio all’altro, a non pretendere di occupare tutta la scena perseguendo i propri interessi immediati come se non ci fossero passato e futuro”. È proprio il dialogo intergenerazionale, per Papa Bergoglio, “la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l’esistente con rattoppi o soluzioni veloci’, ma che si offre come forma eminente di servizio per l’altro, nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili”.

“Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, la salute, considerate spese piuttosto che investimenti”, “le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della ‘guerra fredda’, e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante”.

Per invertire la rotta, è “necessario forgiare un nuovo paradigma culturale, attraverso un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature”. “Un patto che promuova l’educazione all’ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e di sostenibilità, incentrato sulla solidarietà e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente”. “Milioni di attività economiche e produttive sono fallite; i lavoratori precari sono sempre più vulnerabili; molti di coloro che svolgono servizi essenziali sono ancor più nascosti alla coscienza pubblica e politica; l’istruzione a distanza ha in molti casi generato una regressione nell’apprendimento e nei percorsi scolastici”, un deficit relazionale tra i giovani e tra essi e gli educatori . Senza contare le “prospettive drammatiche” che si trovano di fronte i giovani in cerca di lavoro e i disoccupati.

250 storie diverse, età diverse, culture diverse, bellezze diverse, riunite sapientemente da Padre Spadaro in un’unica famiglia: l’umanità del nostro tempo.

Bella l’immagine data durante il Sinodo, da un giovane delle Isole Samoa, ripresa da Papa Francesco “La società è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantenere la rotta interpretando la posizione delle stelle e i giovani remano con forza immaginando ciò che li attende più in là. Non lasciamoci portare fuori strada né dai giovani che pensano che gli adulti siano un passato che non conta più, che è già superato, né dagli adulti che credono di sapere sempre come dovrebbero comportarsi i giovani. Piuttosto saliamo tutti sulla stessa canoa e insieme cerchiamo un mondo migliore, sotto l’impulso della solidarietà umana e della Pace da raggiungere qui ed ora, per l’Ucraina, per il cuore dell’Europa, per tutti noi.

Grazia Labate

Ricercatrice in economia sanitaria Università di York U.K.

08 aprile 2022